Hai visto infrangersi
tutti i suoi sogni,
naufragati nel mare
del troppo materno affetto,
rimangono solo parole vuote
senza senso, neanche un eco
dell’amore in te, nato e soffocato,
eppure, qualcosa vive
nel tuo docile animo.
Sognavi forse la maternità
ti vedevi madre, magari nonna.
Desideravi abbracciare un uomo
scoprire nei suoi occhi l’emozione,
il riflesso del tuo volto sorridente
nelle sue pupille. I tuoi sogni di bambina
e il tuo amore, dove sono finiti?
Se chi ti doveva proteggere e amare
ti ha in fin negato la vita.
Categoria: Poesia
Un’altra tempra
Avessi avuto un’altra tempra
sarei rimasto nel letto tutto il dì
in paziente attesa d’esser servito
d’ogni mia pretesa o capriccio
avrei voluto esser portato in giro
su una sedia a rotelle comoda
con morbido cuscini e schienale
perdendo totalmente la libertà
preferisco esser libero di muovermi
e sopportare il male che m’assilla
giorno e notte spalancando la pupilla
sono un fragilissimo guerriero
una statua dai piedi d’argilla.
Avessi avuto un’altra tempra
avrei scritto penose poesie
falsi lamenti di prefiche…
Cercando lidi migliori
Hai vita semplice e facile
tu con tutta la tua libertà
la tua fisicità non compromessa
nessun tubicino a sostenerti
nessun bastone a reggerti
sostentarti nelle incertezze
nei momenti oscuri inattesi
ritrovarti con un corpo di cent’anni
che cent’anni non hai ancora
le profonde ferite non cicatrizzate
non sono cose immaginarie
per alleggerire i sensi di colpa
che errori ne facciamo tutti
non sapendo elaborare i lutti
c’è sempre un po’ di noi
che ci abbandona e fugge
cercando lidi migliori…
Infinite gocce
Siamo gocce di sudore
gocce di lacrime su una guancia
siamo uncini taglienti
tutto e niente al contempo
un’emozione di troppo
ci manda nel pallone
scombina le coordinate
del vissuto e del futuro
deserti senza sabbia
oceani di pietra prosciugati
dall’acredine e malvagità
siamo infinite gocce d’un lago
di uomini tra montagne arcigne
monti di granito e marmo vago
Iti
Se n’è andato Lucio
se n’è andato Leonard
tutti gli altri sono canuti
s’aggrappano alle note
s’aggrappano alla poesia
ai loro pochi capelli non caduti.
Il tempo fugge e non da scampo
lascia dolore, come scia chimica
come traccia crudele e cinica,
del suo ineluttabile passaggio
delle sue durissime sentenze
le condanne all’oblio per l’eternità.
Il ticchettio implacabile e spietato
segna ogni nostro pensiero o gesto,
corriamo per monti valli e oceani
lasciando un filo rosso ben intrecciato,
lungo il tortuoso sentiero della vita
colmo d’aghi e delicati sentori di rosa.
Siamo tutti, comete in disperata fuga
fuga da un’ineluttabile destino…
Addio cara Ventimiglia
Addio cara Ventimiglia
mia amata terra elettiva,
hai lasciato gioie e ferite
sulla mia vita ed i ricordi,
da te ho lasciato lacrime
e sorrisi, risate sguaiate,
abbracci e baci infuocati,
da te ho lasciato l’ombra
appena accennata di poesie,
mai scritte né mai declamate,
da te le tracce dei miei passi
sui marciapiedi sulla battigia,
sul ponte sul Roia sui sassi.
Addio Ventimiglia cara,
addio all’ombra del corsaro nero,
la battaglia dei fiori, il tuo mistero
che ha attraversato i millenni,
cuore pulsante intemelio di terre
impervie e laboriose fatta di serre
e terrazze sui colli colmi d’ulivi
gente silenziosa affabile e laboriosa
accolsi dalla Trinacria famiglie intere
accogliesti anche me: profugo d’Africa,
giunto dopo lo stivale aver attraversato,
l’isola del monte Capanne, esilio di Napoleone
ricca di magici borghi e del mio cognome.
Fatto o destino, disegnano fortuna o sciagura,
scampoli della mia esistenza sopravvissuti,
per magico destino nelle colline metallifere
in quel di Gerfalco, borgo d’altri tempi,
s’aggrappano coriacei al cupio dissolvi,
la vita ti da e toglie: a te non arrenderti!
Stringere i denti, andare avanti sempre,
v’è sempre il momento inatteso del riscatto,
con paziente attesa e con solida tenacia,
per chi non s’arrende facilmente
alle inattese tempeste della vita.
Addio Ventimiglia…
Velenose bisce
I falliti hanno denti aguzzi
come Giuda sono viscidi e falsi,
ad ogni loro bieco passo
sputano veleno e invidia,
figlie del loro smisurato fallimento,
costruiscono castelli di vuoto
sulla grigia sabbia di vane,
ed inutili parole false e velenose,
m’inchino di fronte alla loro
pochezza regale e desolante,
deserto di sensibilità e cervello
cerebro affannato a darsi un senso.
I falliti hanno sogni oscuri cupi,
la cattiveria pura è loro Dio,
il successo degli altri
è un abbagliante faro,
li acceca e incattivisce,
trasmuta in velenose bisce…
Tracce
Nella mia poesia vi son tracce
impronte di poeti antichi,
orme di poeti amici veri, conosciuti
attraverso l’immenso virtuale
universo, canale d’acque saporose
di versi in rima baciata o disordinata,
tracce di ferite sulla pelle e nell’anima
v’è il freddo dell’abbandono del tradimento
che non basta lana spessa a scaldare il cuore
Sciarpe e nuvole sono disegni d’inverno
il freddo gela i pensieri è nero il mare d’Ottobre
ho cercato conforto e fondamenta nelle parole
trovate negli abissi della mia travagliata esistenza
curate le mie ferite con il solido filo della coscienza
raccolgo floridi semi nei libri o ogni tipo di lettura
in ogni cosa pur insignificante c’è un seme
ben annaffiato e coltivato si tramuta in cultura
la poesia è la mia inesauribile ragion di vita…
Una seconda occasione
Riemersi dal passato
inaspettati visi voci
istanti di effimere gioie
appeso ad una connessione
con mille volti che cercano
nelle tue parole l’emozione
rivivo le loro chiare voci
le loro timide o forti parole
siamo marinai tra le onde
su un piccolo vascello fragile
fatto di indimenticati giorni
felici momenti condivisi
fiori di mille colori recisi
tutto è effimero di provvisorio
godiamoci appieno la vita
non esiste per nessuno al mondo
una migliore seconda occasione
siamo fiori recisi alla ricerca
del sole rigeneratore…
Bianche e pure come Dei
La montagna è dentro di noi
nel nostro cuore di pietra
nelle sorgenti dei nostri occhi
nei laghi profondi dei dolori
nelle guglie appena celate
da nubi di tristezza nell’anima
la montagna è dentro di noi
assenti ai richiami d’aiuto
palpebre cucite alla morte
abbracci dispersi nel cielo
la nostra voce grido nel buio
un urlo soffocato dal gelo
le nubi leggere c’accarezzano
scompigliano i capelli e l’anima
in cerca di vette inviolate
bianche e pure come Dei…