I miei lati oscuri con il dolore
vengono a galla con bruno colore
sono figli di silenzi e poche parole
di paure ancestrali che trascinano
nelle fosse degli abissi dell’anima
d’incommensurabili vuoti della vita
d’alberi vecchi e secchi sulla sabbia
d’un deserto cresciuto sui monti
d’errori umani (forse tollerabili)
che nessuno è perfetto: mai
più facile sbagliare che ben fare
i miei lati oscuri difficili da frenare
s’elevano su: un’improvvisa marea
tsunami che porta via ogni cosa
rimangono ferite sanguinolenti
si cicatrizzano solo amare parole